La Confraternita del Suffragio è il filo conduttore della sala che ospita le opere legate alla vita e all’attività della stessa, il cui Oratorio anticamente era annesso alla Chiesa dei Teatini (Chiesa di San Gaetano). Due dipinti, appartenenti a epoche e stili diversi. presentano un soggetto simile: la Madonna col Bambino e anime del Purgatorio e la Madonna del Suffragio. Il primo, di ambito giordanesco vicino ai modi del pittore Cenatiempo, risale al primo ventennio del XVIII secolo; il secondo, che reca in basso un’iscrizione che svela il committente e l’anno di esecuzione, il 1685, è vicino all’ambito locale della fine del XVII secolo.
Nella vetrina sono esposte le opere di argenteria legate alla vita liturgica dell’Oratorio e della confraternita: il piatto della Madonna del Carmine della seconda metà del XVII secolo; l’ostensorio con nodo figurato, del 1767, dell’argentiere napoletano Carlo Frezza, giunto nella chiesa in seguito alla soppressione del convento dei Domenicani a Cosenza; una coppia di ampolline; una legatura di messale, che riprende l’iconografia della Madonna del Suffragio; un puntale d’argento del XIX secolo con la sacra effigie della Madonna col Bambino e le anime del Purgatorio.
La sala successiva ospita i dipinti più imponenti e interessanti a livello storico-artistico giunti nella Cattedrale: la tela raffigurante l’Immacolata Concezione e Dio Padre di Luca Giordano, massimo esponente della pittura napoletana dell’ultimo scorcio del XVII secolo. Quest’opera, proveniente dalla Cattedrale di Cosenza, è documentata con un acconto di pagamento datato 1665. Sono presenti altre due tele con analogo soggetto, l’Immacolata Concezione, realizzate nella metà del XVIII secolo dal pittore calabrese Giuseppe Pascaletti, testimone della pittura napoletana di stampo solimenesco particolarmente attivo nel territorio regionale. Il pittore, nato nel 1699 a Fiumefreddo Bruzio, nel XVIII secolo ha rappresentato un importante veicolo di novità culturali per la Calabria settentrionale. Delle due Immacolate esposte, la prima, firmata e datata 1749, è stata a lungo conservata all’interno della stanza del Tesoro del Palazzo Arcivescovile prima di essere restaurata e restituita alla pubblica fruizione; la seconda, proveniente dal Palazzo Arcivescovile, ma già nel secolo XVIII conservata nella Sacrestia nuova del Duomo di Cosenza, è databile tra il 1750-1755. Al Pascaletti viene attribuito anche il dipinto del 1749 che rappresenta la Madonna con Bambino tra i Santi Domenico di Guzman e Gaetano da Thiene.
Ad Andrea Vaccaro (Napoli, 1604-1670) viene invece attribuito il San Gennaro, proveniente dalla chiesa di San Giuseppe di Luzzi. Il Santo è reso in maniera minuziosa e realistica nel caratteristico stile maturo del pittore barocco. La committenza del dipinto probabilmente è da attribuire alla famiglia dei Principi Firrao.