L’arte di scavare e intagliare il legno è antichissima e si ritrova in tutte le civiltà. Nel mondo antico i legni usati in scultura sono perlopiù legni di mediocre qualità, ma venivano importati anche legni migliori. A partire dal Medioevo i legni più usati sono quelli di media durezza, resistenti al tarlo e meno sensibili alle variazioni di temperatura e all’umidità, oppure legni teneri ma resistenti al tarlo perché resinosi.
Il blocco di legno viene scavato e intagliato con un rudimentale coltello o con diversi strumenti. La superficie viene levigata con lime e abrasivi naturali. L’opera può essere ricavata con un unico blocco di legno composta da più pezzi lavorati singolarmente con il riporto delle misure da un modello e poi montate ad incastro. La superficie viene rivestita con uno strato di gesso che serve da preparazione al colore oppure viene impannata, cioè ricoperta con una tela sottile incollata alla superficie che fa da supporto al gesso. L’uso della colorazione sovrastante è molto frequente in tutte le epoche e presso tutte le culture. I colori sono in genere quelli a tempera; la doratura viene eseguita secondo i modi della pittura su tavola, ma il legno può essere anche lasciato a vista e lucidato ad imitazione del bronzo.
I cristiani accettano con difficoltà le prime rappresentazioni della Croce poiché, come ha scritto San Paolo, costituiscono “scandalo per i Giudei e stoltezza per i pagani” (1 Corinzi 1,23); preferiscono perciò evitare la rappresentazione dello strumento di tortura e supplizio patito da Gesù, concentrando l’attenzione sulla gloria della croce, strumento di redenzione. Il culto tributato si sviluppa soprattutto dopo il 313, quando viene concessa la libertà di professare la fede anche ai cristiani, e in seguito al ritrovamento della vera croce da parte di Sant’Elena, madre di Costantino.
Nel Medioevo si diffonde la croce dipinta su tavola e di grandi dimensioni, utilizzata come pala d’altare. Con la riforma del messale romano, attuata da Papa Pio V nel 1570, l’immagine del Crocifisso sulla croce d’altare diventa obbligatoria.
Le opere qui esposte, provenienti dalla cattedrale di Cosenza, sono un crocifisso di bottega meridionale (forse siciliana e risalente al XVII secolo) e quattro statuine, tipico esempio della scultura napoletana di inizio Seicento e attribuite all’artista Aniello Stellato, che raffigurano San Pietro, San Paolo, San Lorenzo e un Santo vescovo (identificabile forse con Sant’Agostino), realizzate in legno intagliato, dipinto e dorato, sulle cui vesti presentano decorazioni con preziosi motivi a estofado de oro.